martedì 14 agosto 2018

Il dono del confessore

Quando volevo liberarmi da queste ispirazioni interiori, Iddio mi disse che nel giorno del Giudizio mi avrebbe chiesto conto di un gran numero di anime.
Una volta che mi sentivo tremendamente stanca per le molte difficoltà che avevo per il fatto che Gesù mi parlava ed esigeva che venisse dipinta quell'immagine, decisi fra di me fermamente di chiedere al Padre Andrasz, prima dei voti perpetui, di sciogliermi da quelle ispirazioni interiori e dall'obbligo di dipingere quell'immagine. 
Ascoltata la confessione, il Padre Andrasz mi diede questa risposta: «Non la sciolgo da nulla, sorella, e non le è permesso sottrarsi a queste ispirazioni interiori, ma deve assolutamente parlare di tutto al confessore, nel modo più assoluto, altrimenti andrà fuori strada, nonostante queste grandi grazie del Signore. Momentaneamente lei si confessa da me, ma sappia bene che deve avere un confessore fisso, cioè un direttore spirituale».
Ne rimasi enormemente mortificata. Pensavo di potermi liberare da tutto, ed invece era avvenuto proprio il contrario: ora avevo l'ordine esplicito di ubbidire alla richiesta di Gesù. 
E di nuovo il tormento di non avere un confessore fisso. E se per un certo tempo mi confesso da qualcuno, non posso rivelargli la mia anima per quanto riguarda le grazie. Ne soffro in modo incredibile. Prego Gesù di concedere queste grazie a qualcun altro, perché io non so utilizzarle e le spreco soltanto. «Gesù, abbi compassione di me. Non affidarmi cose tanto grandi. Vedi bene che sono un pugno di polvere buono a nulla». 
Tuttavia la bontà di Gesù è infinita. Mi aveva promesso un aiuto visibile in terra e l'ho ricevuto dopo poco tempo a Wilno. Ho riconosciuto in Don Sopocko quell'aiuto divino. L'avevo conosciuto prima di arrivare a Wilno grazie ad una visione interiore. 
Un giorno lo vidi nella nostra cappella tra l'altare ed il confessionale. Avevo udito improvvisamente nel mio intimo una voce: «Ecco l'aiuto visibile per te sulla terra. Egli ti aiuterà a fare la Mia volontà sulla terra». Una volta che ero stanca di queste incertezze domandai a Gesù: «Gesù, sei Tu il mio Dio o sei un fantasma? I Superiori infatti mi dicono che capitano illusioni e fantasmi di vario genere. Se sei il mio Signore Ti prego di benedirmi». Allora Gesù fece un gran segno di croce su di me e io mi segnai. Quando chiesi perdono a Gesù per quella domanda, Gesù mi rispose che con quella domanda non Gli avevo recato alcun dispiacere ed il Signore mi disse inoltre che la mia fiducia Gli piaceva molto.

Diario di Suor Faustina

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