mercoledì 19 febbraio 2014

L'ammissione in convento

L'ispirazione di Suor Faustina per la vita consacrata a Gesù risaliva alla sua tenera infanzia, ma chiaramente i genitori erano fortemente contrari per via della troppo giovane età. Ma ad un certo punto fu Gesù Misericordioso a non voler più attendere e lo disse chiaramente alla giovinetta.
Le disse di salire in treno e recarsi immediatamente a Varsavia per entrare in convento.
Cerchiamo, oggi, di capire cosa poteva significare anche allora... Una ragazzina senza alcuna cultura sale su un treno forte dell'ispirazione divina e va alla ricerca del convento nel quale Gesù l'avrebbe fatta accogliere. Che grandissimo amore! Che grandissima grazia! Non esistono parole per definire quel che è accaduto.
Eppure quelle parole le ha dovute trovare Suor Faustina che - per ordine di Gesù, attraverso il confessore Don Sopocko - mise mano al Diario in cui veniva annotato.
Leggiamo insieme il racconto dell'ingresso in convento e prepariamoci a commuoverci di fronte all'immenso amore di Gesù per noi, Sue creature.


Dal Diario di Suor Faustina.
Quando scesi dal treno e vidi che ciascuno andava per la sua strada, fui presa dalla paura: che fare? ove rivolgermi, dal momento che non conoscevo nessuno? E dissi alla Madre di Dio: «Maria, fammi strada, guidami Tu!» Immediatamente udii dentro di me queste parole: di andare fuori dalla città in un villaggio, dove avrei trovato un alloggio sicuro per la notte. Feci così, e trovai tutto come la Madre di Dio mi aveva detto. 
Il giorno dopo di buon mattino feci ritorno in città ed entrai nella prima chiesa che mi si parò dinanzi. Qui mi misi a pregare, per conoscere che cosa volesse ancora Iddio da me. Le Sante Messe si susseguivano una dietro l'altra. Durante una di queste, mi sentii dire: «Va' da questo sacerdote e spiegagli ogni cosa; egli ti dirà quello che dovrai fare». 
Terminata la Santa Messa, entrai nella sacrestia e gli raccontai tutto ciò che era accaduto nell'anima mia, pregandolo di indicarmi dove entrare, in quale convento. In un primo momento il sacerdote rimase sorpreso, tuttavia mi raccomandò d'aver molta fiducia perché Iddio avrebbe continuato a provvedere. «Nel frattempo - egli disse - ti manderò da una pia signora, presso la quale potrai restare fino al giorno del tuo ingresso in un convento». 
Quando mi presentai a quella signora, mi ricevette con grande affabilità. In quel tempo cominciai a cercare un convento, ma a qualsiasi porta ebbi a bussare, incontrai un netto rifiuto.
Il dolore attanagliava il mio cuore e dissi al Signore Gesù: «Aiutami. Non lasciarmi sola». 
Bussai infine alla nostra porta. 
Quando mi venne incontro la Madre Superiora, l'attuale Madre Generale, Suor Michaela, dopo un breve colloquio mi disse di andare dal Padrone di casa e domandargli se mi accoglieva. Capii subito che dovevo chiederlo al Signore Gesù. 
Tutta felice mi recai in cappella e chiesi a Gesù: «Padrone di questa casa, sei disposto ad accettarmi? Una delle suore di qui m'ha mandata da Te con tale domanda». 
Immediatamente udii questa voce: «Ti accolgo; sei nel Mio Cuore». 
Quando tornai dalla cappella, la Madre Superiora mi chiese prima di tutto: «Ebbene, il Signore ti ha accettata?». «Si», le risposi. Ed essa: «Se ti ha accettata il Signore, t'accetterò anch'io». 
Fu così ch'io venni ammessa in convento.

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